GIOIE E DOLORI. “Ho vissuto con i miei figli sia la retrocessione di Venezia che la notte di Bari: le lacrime, poi la grande gioia un anno dopo. Il calcio è così: ti dà sempre un’altra opportunità. Sono legato a Claudio Ranieri da un profondo rapporto di amicizia e posso dire che non avevo mai visto il Cagliari così unito, prima di lui. Il condottiero di uno spogliatoio granitico, con la sua presenza si può rivivere anche un calcio romantico. Trasmette grande serenità“.
“La massima categoria è un campionato difficilissimo e noi ci siamo presentati alla partenza con una squadra giovane. Non è facile ambientarsi rapidamente alla Serie A, soprattutto per gli stranieri ultimi arrivati e per gli esordienti. Necessario fare un cambio di mentalità in maniera rapida, per calarsi nella nuova realtà: ho fiducia. All’interno di una squadra di calcio, reputo fondamentali le risorse umane: dalla buona o dalla cattiva gestione di esse dipendono il successo e il fallimento“.