Gruppo ancora da sistemare, come le altre contendenti, ma occorre avere la rabbia del riscatto dopo una retrocessione dura da capire
Purtroppo nello sport con le retrocessioni, la regola è chiara. Dopo averla scampata più volte, la discesa in B del Cagliari è arrivata. Inutile, ora, a stare a pensare chi abbia più responsabilità tra società e giocatori. Certo il non essere tra le 20 squadre di A ma di B (e che B Signori!) è dura da digerire. Ma, come nella vita, non sempre si convive con le cose belle. Ci sono e le discese e le risalite.
FAVOTITI SI, MA… Che, ci auguriamo ovviamente, come risalita sia come quella trionfale del 2016, unica volta al primo posto nel campionato cadetto. Non tutti i tifosi (ci mancherebbe che ognuno non abbia il proprio pensiero) credono all’immediato ritorno in A. Per provarci una cosa è certa: serve ancora (come stanno facendo tutti i club) rinforzare la rosa se si vuole avere la grande ambizione. Perché il nome Cagliari Calcio, come quello del Bari o del Palermo, da solo non basta se non si ha una rosa di qualità più che mai necessaria la prossima stagione che, più che una B è una Serie A2 con i fiocchi e non è una frase retorica e banale.
Sulla carta Genoa, Cagliari e Parma sono favorite, ma attenzione alle matricole Bari e Palermo, ai riscatti di Brescia e Frosinone, senza dimenticare la sorpresa che puntualmente arriva ogni stagione. Intanto occorrerà subito fare punti fin dalla prima giornata con il Como e poi via via provare a farlo con tutte le altre. A marzo si inizieranno a fare i conti in un campionato che tiene sempre sull’altalena, dove una giornata sei in testa e se perdi la successiva, sei magari a rischio play-off. Benvenuti nel campionato di B, dove nulla appare scontato. E menomale sia così…