L’ex attaccante ricorda su La Nuova Sardegna l’episodio dell’arancia lanciata dagli spalti che costò una promozione in A nel ’77
L’EPISODIO. “Un vero peccato. Eravamo fortissimi e avremmo meritato la serie A. In attacco giocavamo io e Pietro Virdis, giovani e sbarazzini: parlavamo fra di noi in sardo, gli avversari non capivano un tubo, noi ridevamo ma segnavamo anche tanti gol”. Così Gigi Piras ricorda su La Nuova Sardegna la promozione persa il 20 marzo del 1977 a causa del lancio di un agrume che fece perdere al Cagliari la decisiva partita con il Lecce e conseguentemente il passaggio diretto in Serie A. Un giocatore salentino, Ruggiero Cannito, fu colpito dall’arancia tirata dagli spalti a fine primo tempo e non entrò nella ripresa a causa del danno subito. Partita persa a tavolino e primo posto sfumato con chiusura al secondo posto insieme ad Atalanta e Pescara, poi la caduta agli spareggi.
“Dopo la delusione del 1977, l’allenatore Lauro Toneatto non riuscì a ingranare nuovamente e a metà stagione fu esonerato – dice ancora Piras – Al suo posto ritornò Mario Tiddia, aggiustando un po’ le cose, ma il campionato finì con la squadra a metà classifica”. Poi la vendetta nella stagione della promozione: “Vincemmo 5-1. Compivo 25 anni e volevo segnare a tutti i costi. Ci riuscii dopo aver fatto un assist e aver procurato un rigore. Alla fine, arrabbiato, scartai 5 avversari prima di spedire la palla in rete”.