Lo stop, che diventa di ora in ora sempre più probabile, non è una novità assoluta. L’ultima volta, il lutto per la morte di Astori
Un’ipotesi che diventa sempre più concreta. Il calcio potrebbe fermarsi a causa dell’alta diffusione che sta avendo il Coronavirus sul territorio italiano. Le cause dell’interruzione dei campionati sarebbero una novità assoluta: mai nella storia si sono sospese le attività sportive per questioni sanitarie. Non è però una novità in generale: a parte le sospensioni per le due guerre (campionati fermi nelle stagioni 1915-1916, 1916-1917, 1917-1918, 1918-1919, 1943-1944 e 1944-1945), nella storia dei campionati italiani ci sono state altre sospensioni brevi.
SPAGNOLO. Il 29 gennaio 1995 il tifoso genoano Vincenzo Spagnolo perde la vita a seguito di scontri tra le tifoserie. Il match viene interrotto alla fine del primo tempo e il 5 febbraio tutto lo sport italiano si ferma.
IL PAPA. Il secondo stop coincide con la morte di Papa Giovanni Paolo II (2 aprile 2005): lo sport si allinea ai tre giorni di lutto proclamati dal Governo. La decisione è del presidente del Coni Gianni Petrucci.
RACITI. Il 2 febbraio 2007, poi, c’è l’uccisione a Catania del commissario Filippo Raciti, vittima della furia ultrà post Catania-Palermo. Il commissario della Figc, Luca Pancalli, annulla il palinsesto calcistico, compresa l’amichevole Italia-Romania.
SANDRI. Diversamente andò in occasione della morte di Gabriele Sandri (11 novembre 2007): dopo l’uccisione del tifoso della Lazio vennero rinviate Inter-Cagliari e Roma-Lazio, mentre Atalanta-Milan fu sospesa.
MOROSINI. Da ricordare anche l’episodio del 15 aprile 2012, con la morte in campo di Piermario Morosini durante un Pescara-Livorno: rinviata la giornata calcistica.
ASTORI. Ultimo rinvio, in ordine di tempo, il triste episodio della morte a Udine di Davide Astori (4 marzo 2018), giocatore della Fiorentina, ex di Cagliari e Roma, poco prima di un Udinese-Fiorentina. La Serie A si fermò in segno di lutto.