Il centrocampista del Cagliari ha rilasciato una lunga intervista al portale uruguaiano ovaciondigital.com.uy
AVVENTURA. Si è calato bene nella nuova realtà cagliaritana, Christian Oliva. Il giocatore uruguaiano sottolinea le differenze tra il calcio a cui era abituato e quello italiano: “Qui si lavora molto di più a livello tattico, ma si tratta di esperienze che fanno crescere e completare un calciatore. Ho ricoperto più posizioni a centrocampo, imparando più cose. In Uruguay il calcio non viene giocato in modo così intenso. Però credo di essermi adattato in poco tempo. Sono contento, ho partecipato finora a partite importanti“.
COMPAGNI. “Nández è un ‘crack’ tanto come giocatore che come persona. Andiamo a mangiare insieme più volte alla settimana, così come con gli argentini. La fine dell’anno la trascorreremo insieme” rivela Oliva. “Nahitan mi ha detto più volte che vorrebbe fossi in Nazionale con lui: io dico che se uno gioca e lo fa bene, la convocazione diventa una naturale conseguenza. Continuo a lavorare e ci spero! Punto a diventare titolare, perché un giocatore che non scende in campo non può essere felice. Devo molto al mio ex allenatore nel Nacional, Alexander ‘Cacique’ Medina: anzi, gli devo tutto“.
FAMIGLIA E AMICI. Il centrocampista rossoblù è sostenuto nell’avventura cagliaritana dalla famiglia e, soprattutto, dagli amici di sempre: “Sono stato accompagnato in Italia da mia madre, che viaggia. Così come quando possono fanno anche mio fratello e mia sorella, che però lavorano. Ho la compagnia degli amici con cui sono cresciuto, i quali a turno vengono a trovarmi. Alloggio a 15 minuti dal centro di allenamento, dove pranzo ogni giorno. Poi gli altri pasti li consumo a casa“, conclude Oliva.