Il calciatore croato, arrivato a Cagliari nell’estate 2016, non è mai entrato a pieno titolo nel progetto tecnico rossoblù nell’ultimo biennio. Circostanze o fallimento?
SCOVATO DA CAPOZUCCA. Marko Pajac, classe 1993, fu portato a Cagliari due stagioni fa dall’allora ds Stefano Capozucca. Pajac militava come centrocampista in Slovenia nel Celje. Mancino, fisico longilineo, fu provato brevemente da Rastelli nel ruolo di trequartista senza restarne convinto. Da lì il prestito al Benevento, con la promozione in A e il ritorno a Cagliari. Stessa scena di un anno prima: il giocatore non impressionò lo staff tecnico, per lui si riaprirono le porte della B. Stavolta a Perugia insieme a Colombatto e Han. In Umbria la positiva trasformazione in laterale difensivo mancino, grazie alla quale si è rivitalizzato.
AI MARGINI. Quest’estate, con il cambio di allenatore e l’arrivo in Sardegna di Maran, il giocatore è stato finalmente confermato in rosa e “nominato” quale alternativa al titolare Lykogiannis. Nel precampionato e nelle amichevoli ha fatto valere il suo sinistro preciso e potente, utilissimo nei traversoni e nelle conclusioni in porta. Tuttavia, Pajac non sembra poter concorrere per una maglia da titolare: lo dicono i fatti. Zero minuti disputati in campionato, gli sono stati preferiti due adattati come Padoin e Faragò, non preso in considerazione neppure dopo l’infortunio di Lykogiannis della settimana scorsa. Una brutta botta, senza dubbio, per le aspirazioni del croato. Il quale era ritornato da Perugia con la speranza, in cuor suo, di poter finalmente dimostrare di essere “da Cagliari”.