L’Unione Sarda si occupa del particolare momento in casa Cagliari, sabato contro il Bologna bisognerà rimettersi subito in carreggiata
POCHI PUNTI. La squadra di Rolando Maran non attraversa un periodo di particolare forma, sia a livello di risultati che di efficacia in alcuni frangenti. Il pareggio colto contro la Sampdoria – con brivido finale e tante grazie a Cragno – e il tonfo a Milano contro l’Inter suggeriscono che finora questo trittico di impegni ravvicinati sia stato avaro di soddisfazioni. La squadra non segna da quasi tre partite complete, dal gol di João Pedro al 4° minuto di Cagliari-Milan. La prima conseguenza la si legge scorrendo la classifica che, per quanto la stagione sia appena cominciata, non sorride ai sardi.
GERARCHIE DIFENSIVE. Anche dal punto di vista delle scelte tecniche effettuate ultimamente, Maran ha poco da sorridere. Contro l’Inter aveva indisponibile Lykogiannis e doveva rifiatare Padoin: naturale quindi affidarsi a Pajac… che evidentemente non ha convinto l’allenatore, il quale ha preferito inventare Faragò da esterno mancino. Il giocatore ha fatto ciò che ha potuto, soffrendo Politano e faticando tanto prima di entrare in partita. L’ex Novara non riesce più a ritrovare il proprio ruolo originale, quello di mezzala, con cui tanto bene aveva fatto in cadetteria attirando il club isolano. Faragò rappresenta un punto interrogativo di questo avvio di stagione. Dubbi non solo sulla corsia difensiva mancina. Al centro sembra sparito dai radar Romagna, che aveva iniziato il campionato da titolare. Insomma, serpeggia un pochino di confusione tra gli addetti ai lavori circa le gerarchie del reparto arretrato, settore importantissimo e delicato di ogni squadra.