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Un caffè con… Stefano Ambu (ANSA)

Una chiaccherata in vista della sfida dei rossoblù con il Torino, con attenzione anche al difficile finale di stagione

È iniziata la settimana che porterà alla partita CagliariTorino. Quest’oggi prendiamo un caffè virtuale con il collega dell’Ansa, Stefano Ambu.

Il Torino è in crisi, ma il Cagliari ha la pessima etichetta di “resuscita morti”. Che partita sarà?
“Ci ritroviamo più o meno nella stessa situazione psicologica dell’andata. Allora l’allenatore era Mihajlović e sembrava per lui l’ultima spiaggia. Bastava un soffio. E invece il Cagliari fece quello che non si deve fare in situazioni come quelle: stare dietro a difendersi. Questa è la maniera migliore per resuscitare i morti.

Anche il Benevento, negli ultimi cinque minuti, ci ha fatto resuscitare. Basta mettere dentro mediani al posto di attaccanti, stare tutti dietro la palla. E prima o poi il gol si prende. Inevitabile. Per fare punti anche contro una squadra tecnicamente più attrezzata bisogna cambiare atteggiamento. Se il Toro è in crisi, meglio aggredirlo”.

Un’eventuale vittoria darebbe ai rossoblù una certa serenità in vista del finale di campionato?
“Una vittoria con il Torino, al di là dell’aspetto matematico della questione, darebbe al Cagliari quella tranquillità che serve nella gestione di certe partite. Sono sicuro che se il Cagliari dovesse giocare bene e vincere con il Torino, avrebbe poi piglio e coraggio giusto per fare quattro punti tra Genova e Verona”.

In caso di salvezza secondo te come dovrebbe comportarsi la società rossoblù in sta del futuro?
“Io penso che sia molto difficile nel calcio di oggi trattenere giocatori come Cragno, Barella, Faragò, Pavoletti e Han. Anche con i contratti lunghi. Di solito si dice che si parte o si riparte da allenatore e dal ds. Qui il nodo è un altro: questi giocatori possono restare? O devono andare via? Io li terrei tutti e intorno a loro correggerei gli errori nella costruzione della rosa commessi in questo campionato.

Ma ripeto: nel calcio di oggi è molto difficile tenere chi, anche giustamente, vuole provare a se stesso di poter giocare per lo scudetto o in Champions. Anche la scelta sull’allenatore dipenderà dalle scelte e dagli obiettivi che la società si vuole dare”.

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