Lo storico agente del difensore, incredulo, ripercorre la sua carriera
“Faccio fatica a crederci. Sono distrutto“. La voce di Claudio Vigorelli, lo storico procuratore di Davide Astori, dall’altro capo del telefono quasi non si sente. Non parla, bisbiglia e gli mancano le parole. L’agente era a pezzi. “Un ragazzo d’oro, un ragazzo d’oro. Non posso pensare che sia tutto vero. Non ci voglio credere“.
“Per me era come un figlio – ha raccontato Vigorelli al Corriere dello Sport – perché l’ho visto crescere, anno dopo anno, stagione dopo stagione. Lavoravo con lui da quando era nelle giovanili del Milan. Dalla Primavera, anzi dagli Allievi. Come giocatore c’è poco da dire: era il capitano della Fiorentina, da anni era in Nazionale e aveva giocato in squadre importanti. Come uomo era eccezionale, un ragazzo educatissimo che veniva da una famiglia perbene. Il padre è una persona fantastica. Perché è successo tutto questo?“.
“Davide era uno a cui non potevi non voler bene e anche i presidenti stravedevano per lui. Cellino ne era ‘innamorato’, idem Giulini, ma altri loro colleghi mi dicevano che in uno spogliatoio ideale avrebbero dovuto esserci ventidue Astori per il modo che aveva di porsi con i compagni, con l’allenatore, ma anche con gli avversari. Nel corso della sua carriera ho curato tutti i suoi trasferimenti: prima quelli minori (al Pizzighettone e alla Cremonese, ndr) poi quelli al Cagliari, alla Roma e alla Fiorentina. Avrebbe chiuso lì la sua carriera perché a Firenze stava bene“.
L’accordo per il rinnovo del contratto fino al 2022 era già stato raggiunto: mancavano le firme, sarebbe stato annunciato proprio oggi come ha detto Della Valle. “Quando succedono certe cose non riesci a capire che disegno ci sia dietro“, ha sospirato sgomento Vigorelli.