Quando è il blasone a fare la differenza

Ed anche la gara contro l’Inter, prima tra le grandi ad entrare al Sardegna Arena, è andata in archivio. Al di là della sconfitta frutto non di una superiorità netta, ma di uno spietato cinismo da parte dell’undici di Spalletti, sono state diverse le note positive per il Cagliari. Gli uomini di Diego López hanno letteralmente messo alle corde il più quotato avversario per almeno trentacinque minuti e, solo la bravura di Handanovìc, mixata alla scarsa lucidità di Pavoletti sotto porta, non hanno portato ad un meritato vantaggio.

Non solo: nella partita di ieri ha ulteriormente brillato la stella di Nicolò Barella, ancora una volta tra i migliori in campo, che ha duellato a centrocampo con Roberto Gagliardini. Il centrocampista dell’Inter, acquistato per una cifra vicina ai 30 milioni solo lo scorso anno e in orbita nazionale maggiore da diverso tempo, è stato letteralmente surclassato dal suo omologo sardo perdendo praticamente ogni confronto.

I compiti tattici di Barella erano chiari, ovvero tamponare sul suo diretto avversario e non dare modo di sviluppare gioco. Detto, fatto ed il buon Nicolò, il cui rendimento cresce esponenzialmente partita dopo partita, ha dimostrato a Gagliardini che probabilmente la maglia della nazionale maggiore la merita pure lui.

Anzi, considerato il rendimento non propriamente costante del giovane frutto del vivaio orobico, chi di dovere dovrà rendersi conto una volta per tutte che a rappresentare la nazione su un campo di calcio dovrebbe essere chi gioca meglio e non chi gioca in una squadra dal maggior blasone.