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Quando il grande calcio passava per Ferrara

La Spal (Società Polisportiva Ars et Labor), club fondato a Ferrara nel 1907, ha da pochissimo tempo riconquistato un posto in Serie A, onorato a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Una piazza che evoca un calcio romantico, lontano anni luce dai meccanismi odierni che guidano il gioco del pallone.

La società ferrarese fu fondata per iniziativa del sacerdote Pietro Acerbis ben centodieci anni orsono. Un circolo religioso a cui poco dopo vennero anche affiancate le attività sportive, che prese i colori sociali dallo stemma salesiano con il bianco e l’azzurro in bella vista. La sezione calcistica venne fondata nel 1913 e raggiunse discreti risultati a livello nazionale già nei primi anni Venti, quando la Serie A si chiamava Prima Categoria e in seguito Prima Divisione. Durante il fascismo, che non tollerava termini ufficiali in altri idiomi che non fossero quello italiano, costrinse il club a cambiare nome in Associazione Calcio Ferrara.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ritornò il nome originale e, soprattutto, si insediò un personaggio destinato a fare la storia della Spal: Paolo Mazza, a cui è intitolato oggi l’impianto di casa. Un presidente lungimirante e grande affarista in sede di mercato, che si specializzò nel rivendere a peso d’oro giocatori emersi con i colori bianco-azzurri. Ferrara ritornò in Serie A nel 1951 e ne divenne protagonista, conquistando un bellissimo quinto posto nel 1958-59 e una finale di Coppa Italia qualche anno dopo. Il più grande giocatore nella storia del sodalizio è stato senza dubbio un protagonista di quegli anni: l’oriundo argentino Oscar Massei, campione con il vizio del gol. Nella Spal sono passati tanti giocatori di nome, tra cui Sergio Cervato, Fabio Capello e Saul Malatrasi che hanno indossato la maglia azzurra. Nel 1968 ecco la retrocessione in B e il lungo esilio dal grande calcio, con la fine dell’era Mazza nella stagione 1976-77 dopo un trentennio. L’alternanza tra B e C, i fallimenti nel 2005 e 2012 fino al ritorno in cadetteria nell’ultimo campionato, con il volo romantico verso la A, grazie a un campionato fantastico e inaspettato. Una favola firmata da Leonardo Semplici, al debutto in panchina nella massima categoria.

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