Oggi 15 giugno compie 49 anni un’autentica meteora nella storia del Cagliari. Si tratta dell’ex centravanti uruguaiano Luis Alberto “Lucho” Romero, che vestì per pochi mesi la casacca del club nel 1996-97.
Nato a Barros Blancos nel 1968, Romero si era messo in mostra in patria con il modesto Basañez trascinandolo in prima divisione a suon di gol. Le buone prestazioni gli valsero la chiamata del blasonato Peñarol, grazie ai buoni uffici del celebre procuratore Paco Casal. Un successo, legittimato dalle numerose reti realizzate e l’abilità nel gioco aereo. 2 campionati vinti di fila e lo status di pupillo del tecnico Gregorio Pérez: quest’ultimo lo porta a Cagliari nell’estate 1996, esperienza avara di soddisfazioni per entrambi.
Romero totalizza 10 presenze, di cui 2 dal primo minuto e zero gol segnati. Per “chiudere in bellezza” la sua avventura rossoblu colleziona un rosso appena 9 minuti dopo l’ingresso in campo contro la Sampdoria. Poco più tardi ritorna al Peñarol, senza lasciare rimpianti nella disgraziata annata della retrocessione dopo lo spareggio di Napoli.
Il suo nome è tornato alla ribalta nei mesi scorsi, suo malgrado, per un terribile fatto di cronaca. Il figlio Felipe (10 anni, avuto dall’ex moglie Alexandra Pérez) fu rapito e barbaramente assassinato dall’allenatore della squadra di calcio in cui giocava.