DIFESA E GOL. Un difensore dal fisico solido, nativo di Sorso (classe 1949) e che nel club della sua città – in Serie D – aveva iniziato a conoscere il calcio a certi livelli. Mario Valeri aveva sfiorato lo Scudetto, ma non quello cagliaritano: nella stagione 1968-69 aveva fatto parte della rosa della Fiorentina, che vinse il secondo – e finora ultimo – tricolore della sua storia. Zero presenze e il ritorno al Sorso, prima di un ottimo triennio alla Torres tra C e D condito da 15 reti: non poche per un difensore. Nell’estate 1973 lo ingaggia il Cagliari.
DAL ’73 AL ’78. Debutta in massima serie il 7 ottobre contro il Napoli, buttato nella mischia da Chiappella al 72°, al posto dell’infortunato Riccardo Dessì. La sua storia in rossoblù vede un crescendo di presenze, ultima annata a parte: in tutto Valeri mette insieme 56 partite in A e 66 in B, con un’espulsione a Pescara nel gennaio ’77 e un’autorete contro il Bari a dicembre dello stesso anno, ma nessun gol realizzato. Al termine del campionato cadetto 1977-78, prima della stagione che avrebbe riportato in Serie A il Cagliari, lascia l’Isola per passare alla Salernitana: l’unico viaggio “vero” che lo avrebbe visto protagonista lontano dalla terra natia. Due annate in C1 da titolare e il definitivo ritorno in Sardegna: Castelsardo, Sorso, Arzachena e Perfugas le ultime tappe*.
DOPPIO EX. “La Salernitana? Bella avventura, mi accolsero benissimo. Ma il Cagliari resta il Cagliari, così domani non ho alcun dubbio su chi tiferò. “Stavo bene in rossoblù, però non trovavo molto spazio e desideravo giocare. Così scelsi di andare in C. A Salerno mi hanno voluto bene. Gigi Riva, guai a chi me lo toccava. Chi gli faceva male doveva vedersela con me“**.
(* “Calciatori di Serie A 1929-2023 – Volume 3″, di Fabrizio Schmid e Giovanni Gualersi / ** La Nuova Sardegna, 25 novembre 2021)