ESCLUSIVA – Pulga: “Difficile programmare a Cagliari sul lungo periodo. Sposo l’opzione Pisacane”

Ivo Pulga, indimenticato capitano del Cagliari e poi allenatore rossoblù, parla in esclusiva per i lettori di CalcioCasteddu sul momento del club: tra la salvezza conquistata con Nicola e il nuovo ciclo Pisacane. Buona lettura.

Qual è il tuo parere sul Cagliari che ha conquistato la salvezza nell’ultimo campionato? Un progetto, quello iniziato con Nicola, che si è già interrotto.

Non parlerei di progetto. Nicola è andato via e quindi il tentativo è fallito, dopo una stagione sofferta e sulla falsariga di quelle consuete, a cui il Cagliari ci ha abituato“.

Secondo te, quale può essere la motivazione per cui risulti difficoltoso costruire a lunga scadenza?

Come sempre, è tutto legato ai risultati. Difficile programmare a lungo termine a Cagliari. Gli investimenti sulla rosa restano la discriminante più importante, per puntare ad alzare l’asticella e costruire qualcosa con un determinato allenatore“.

Reputi positiva la strategia rossoblù di riscattare Adopo, Caprile e Piccoli?

La volontà che il Cagliari sembra avere, di riscattare Adopo, Piccoli e Caprile, rimanda a una buona strategia. Bisogna guardare ai giovani e dare loro fiducia. In tal senso, mi riferisco ad esempio anche a uno che è già di proprietà: Prati“.

Un tema sempre d’attualità, in Italia e che ritorna ciclicamente a galla. Soprattutto quando le cose non vanno bene…

La questione dell’utilizzo dei giovani in Italia resta complessa. Se io cresco un bambino fino all’adolescenza e poi viene portato via dalla prima squadra che magari mette sul piatto una certa cifra… Servirebbero regole diverse“.

Tra il tema dei giovani e il Cagliari attuale, si inserisce la promozione di Fabio Pisacane sulla panchina della prima squadra. Sei del partito di chi la reputa un’operazione rischiosa o pensi possa rivelarsi una scelta interessante?

Io concordo con la scelta del Cagliari di promuovere Pisacane. Perché, in fondo, riconoscere un ingaggio da un milione di euro a un allenatore che poi si salva all’ultima giornata… Non è granché. Alla fine conviene puntare su un profilo emergente, risparmiando pure sul suo stipendio ma puntando sul desiderio di affermarsi e avere pure la possibilità di utilizzare le risorse per la rosa ad esempio. Pisacane conosce la categoria, la piazza, ha vissuto a Cagliari la Serie A da giocatore e lì sta muovendo i primi passi in panchina. Non è un salto nel vuoto. Vedi Di Francesco: porta a casa sempre un incarico e un buono stipendio, magari le sue squadre giocano bene però poi retrocedono. Non trovo molto senso a tutto questo, ragion per cui sposo in pieno l’opzione Pisacane“.

Sei d’accordo con l’opinione che il reparto offensivo sia quello maggiormente bisognoso di aggiustamenti per la prossima stagione?

Piccoli è un ottimo giocatore, è necessario però trovare una spalla importante per lui. Il Cagliari dovrebbe portare 4-5 giocatori di spessore: uno per reparto, senza dimenticarsi un esterno difensivo di fascia destra“.

Tornando al discorso Pisacane, si può inserire nell’ottica di un’operazione societaria che punti anche a risollevare l’attaccamento dei tifosi? Il nuovo allenatore è ben voluto a Cagliari, qui ha messo radici calcistiche e familiari, può rappresentare un punto di riferimento per i colori rossoblù con riconosciuta passione.

Il fatto che abbia giocato a Cagliari e lì abbia iniziato come allenatore, può sicuramente influire. Però, anche per i tifosi, c’è il fattore risultato. Se questo non arriva, anche se sei stato un beniamino del pubblico, puoi venire contestato: da lì non si esce“.

Il nostro calcio, in ottica azzurra, sta vivendo un periodo di fermento. Ti convince la nomina di Gattuso come nuovo commissario tecnico?

Dopo due eliminazioni verso il Mondiale, è cambiato di nuovo il ct ma non il presidente federale… Con Gattuso cambieranno diverse cose, perché lui guarda a senso di appartenenza e spirito di sacrificio. In Nazionale non si ha tempo di far giocare bene la squadra: ci vogliono corsa, grinta, determinazione, voglia di mettersi in mostra per motivi positivi“.

La chiusura è affidata a una domanda quasi “d’obbligo”: se ti chiedessi cosa ha rappresentato e rappresenta tuttora Cagliari per Ivo Pulga, quale sarebbe la risposta?

Tutto. Tutto. Soprattutto dal punto di vista umano, è una cosa diversa vestire la maglia di altre squadre. A Cagliari giochi per un’Isola intera, un popolo. Tutto è la parola giusta. Una responsabilità positiva? Sì: la cosa migliore che mi sia capitata nel percorso nel calcio“.

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