Tutti si augurano sempre che la propria squadra del cuore sia la reginetta del mercato e di certo il Cagliari non lo è stato. I rossoblù chiudono il calciomercato invernale con due soli acquisti e diversi esuberi ceduti, raccogliendo diverse insufficienze nei pagelloni di fine mercato apparsi sui quotidiani. In effetti qualcosa in più ce la si aspettava, soprattutto in attacco dove è uscito niente meno che Lapadula, non certo al centro dei pensieri di Nicola, ma parliamo pur sempre di uno che ha riportato il Cagliari in A a suon di gol.
Eppure, a guardar meglio, il mercato del Cagliari ha badato al sodo e dice una cosa forte e chiara: piena fiducia alla squadra e al lavoro del tecnico. I sardi non navigano in buone acque, ma in campo si è quasi sempre vista una squadra capace di giocarsela con chiunque, con un’organizzazione di gioco molto marcata e singoli in netta crescita per tutta la prima parte di stagione come Zortea, Piccoli, Luperto, Zappa, Felici e Adopo, per fare qualche nome. Non c’era necessità di portare dentro troppi innesti, perché questa rosa non è inferiore a nessuna delle concorrenti per la lotta salvezza e, anzi, ha diversi giovani che stanno migliorando ancora.
Il rinforzo più urgente era il portiere, e tra i pali è arrivato Elia Caprile, assolutamente il top che si poteva prendere nel ruolo in questa sessione invernale. Serviva un attaccante, è spuntato fuori Florinel Coman, non certo un nome che accende la piazza ma diamo il beneficio del dubbio. Se poi sarà un nuovo Despodov, amen. Acquistarne altri rovistando tra gli scarti degli altri club sarebbe stato inutile, se non forse deleterio, per un gruppo squadra che dimostrato fin qui di essere compatto. Anche in quest’ottica sono da vedere come positive le cessioni di Azzi, Wieteska e Scuffet, che finiti ai margini del progetto non potevano portare la giusta motivazione all’interno dello spogliatoio. Meno giocatori ai margini ci sono meglio è.
Insomma, non un mercato a favore di telecamera, ma bisogna guardare la squadra in campo e non i nomi nel tabellino di arrivi e partenze. Il campo ha detto fin qui che il Cagliari ha tutte le carte in regola per salvarsi, che si sono persi molti punti in gare dove si meritava di più e che l’allenatore ha tutto quello che serve per proporre la sua idea di gioco. Il colpo mediatico o un mercato rivoluzionario da 5-6 acquisti non servivano.