Le parole del vice allenatore rossoblù Simone Barone ai microfoni di Radio TV Serie A:
“Contro il Torino sarà un’altra partita da ex per me, ma ne ho tante… Il Cagliari sta diventando sempre più squadra, la Serie A è difficile, credo che anno dopo anno sia più complicato anche analizzare gli avversari e le partite, perché si cambiano spesso sistema di gioco e atteggiamento. Il gruppo ci segue, c’è molta voglia di apprendere nei ragazzi, siamo contenti. La settimana dopo la sosta delle Nazionali è sempre particolare perché piano piano arrivano i Nazionali e c’è da preparare la prima di cinque importanti partite da qui alla sosta successiva”.
“Il mister è molto preparato e serio, nel calcio è difficile togliersi le etichette che ti appiccicano addosso. Da quando lavoriamo insieme, lo ha sempre fatto bene e con ottimi risultati, che fosse entrando in corsa o dall’inizio: iniziammo insieme a Salerno e, dopo la salvezza miracolosa, venimmo esonerati quando eravamo abbastanza tranquilli e fuori dalla zona retrocessione, senza praticamente esserci mai entrati. Capita, il calcio è anche questo”.
“Noi sappiamo che dobbiamo prima di tutto salvarci, cercando di soffrire meno possibile ma in Serie A soffrire è normale se sei un certo tipo di squadra. L’importante è avere identità, idee, un gruppo forte, poi ci sono sempre molte variabili che possono determinare un risultato. Speriamo di fare qualcosa di bello e importante: per tutti, per noi, ma soprattutto per una piazza che merita tanto”.
“Piccoli come Vieri? Roberto mi è sempre piaciuto, anche l’anno scorso nel Lecce: ha forza, personalità, tiro, può fare prima o seconda punta, attaccante moderno. Il paragone con Vieri è impegnativo ma può essere uno stimolo, sta crescendo, deve essere tranquillo, deve crescere, ma lavora moltissimo, ha tutte le potenzialità per arrivare ad altissimi livelli, Nazionale compresa, ma non è ancora maturato al 100% e Cagliari è una tappa fondamentale”.
“Napoli e Juventus sono due ottime squadre. Se analizziamo la partita col Napoli meritavamo molto di più, loro giocavano ancora col 3-4-2-1 e avevano alcuni giocatori arrivati da poco; si vedeva già l’impronta di Conte, ora ha cambiato qualcosa sia nel modo di stare in campo sia negli interpreti e sta facendo meglio senza dubbio. La Juventus sapevamo che sarebbe calata un po’ alla distanza nella partita, dopo la sfida a Lipsia in Champions League, siamo stati bravi a metterli in difficoltà anche con i cambi e le scelte in corso d’opera. Il Napoli è una squadra che cerca di avere più campo dietro l’avversario per metterlo in difficoltà, la Juventus fa molto possesso palla, non è ancora il Bologna di Thiago Motta ma ha quell’impronta. Credo che Inter, Napoli e Juventus si giocheranno lo Scudetto“.
“Ringrazio sempre mister Nicola e il suo staff per avermi dato questa possibilità 4 anni fa. Io ho cercato sempre di portare le mie conoscenze dettate dal mio vissuto nel calcio, sto crescendo anno dopo anno ed è sempre più bello farlo. Iniziare una stagione con la possibilità di costruire la squadra, di confrontarsi con la proprietà e la dirigenza, è un’esperienza molto bella che non avevo ancora vissuto e che migliora tanto l’individuo all’interno di un gruppo di lavoro. Il futuro? Vedremo, vivo alla giornata, poi chissà se in futuro ci sarà una opportunità da prima allenatore e se sarà quello che vorrò fare. Ora pensiamo al Torino che è la cosa più importante”.