ESCLUSIVA – Niccolai, l’omaggio dei compagni a “Silvano”

CalcioCasteddu ha intervistato per voi alcuni ex compagni di Comunardo Niccolai nel Cagliari: gli omaggi commossi dei campioni rossoblù del passato.

Riccardo DESSÌ. “Per me Comunardo Niccolai, insieme a Mario Martiradonna, è stato il più grande difensore nella storia del Cagliari. Nonostante l’annoso discorso delle autoreti. Un ragazzo eccezionale, buono, modesto, molto spiritoso e socievole, un amico. Ho avuto l’occasione di giocare al suo posto e accanto a lui, già dai tempi della De Martino: lui andava a marcare la prima punta, io la seconda. Aveva una grande autoironia, quando gli capitava di realizzare degli autogol, sosteneva che lui fosse il migliore a farli! Dal punto di vista tecnico lo posso descrivere in questo modo: forte tecnicamente, dal punto di vista atletico e aereo. Forse non velocissimo, però all’epoca con la presenza del libero non rappresentava un problema insormontabile. Dava la palla benissimo ai compagni, sapeva spingersi in attacco. Non aveva difetti. Ogni volta che ci incontravamo era una festa. Ci siamo visti l’ultima volta qualche anno fa, con molto affetto. Sapevamo che ‘Silvano’ non stesse bene, purtroppo è una notizia che non ci ha presi di sorpresa. Un altro membro della nostra famiglia allargata dello Scudetto che ci lascia“.

Ricciotti GREATTI. “Abbiamo trascorso tanti anni insieme, per me era un fratello proprio come gli altri ragazzi di quella squadra. Il problema è che ormai siamo sempre meno… Stava sempre vicino a me. Era un rompiballe, nel senso buono del termine. A tavola si sedeva sempre alla mia destra, mi si buttava addosso e io mi scocciavo. Però, quando si diventa adulti, sono quelle manifestazioni d’affetto che infine apprezzi e per me Comunardo resterà indimenticabile. E non ho certo intenzione di dimenticarlo. L’infortunio vissuto agli inizi del Mondiale in Messico rappresentò un grande cruccio per lui. La sua scelta di non restare a Cagliari, nel post carriera, fu per me un errore. Perché restando più vicino a noi si sarebbe potuto realizzare, avrebbe potuto tirare fuori davvero il suo meglio“.

Oreste LAMAGNI. “Un compagno che faceva parte di un gruppo meraviglioso, in cui andavamo d’accordo e c’era un bel clima. Forte di testa, bravo in elevazione, un ottimo difensore. Comunardo era di compagnia, riusciva sempre a tirare fuori la battuta giusta al momento giusto: con lui la risata era assicurata. Ma mai in campo, dove regnava la concentrazione. Gli autogol facevano notizia, e sapeva lasciarci senza parole! Sono però cose che potevano starci, era necessario arrangiarsi sotto pressione e si cercava di colpire la palla come si poteva. Sapevo da alcuni compagni che non stesse bene e che avessero cercato di farlo venire in Sardegna per farsi curare. Ma non riuscirono a convincerlo. Mi dispiace molto per la sua scomparsa. Davvero un buon compagno di squadra“.

Gigi PIRAS. “Ho esordito in prima squadra con lui vicino e ho un ricordo bellissimo di Comunardo. Anche negli allenamenti, dove ogni tanto mi diceva che correvo troppo! Erano dei calciatori che ti insegnavano tanto, devo moltissimo a lui come a tutti i ragazzi dello Scudetto per i loro consigli. Un grande dolore, per un altro del gruppo che se ne è andato“.

Adriano REGINATO. “Una giornata triste. Comunardo Niccolai è passato alla storia solo per uno che segnasse autoreti, ma non è giusto: perché in realtà si trattava di un ottimo difensore, arrivato fino in Nazionale dove fu sfortunato. Un bravissimo ragazzo, anche le nostre famiglie si frequentavano e avevamo piacere di trovarci a prendere un po’ di sole al ristorante Lo Scoglio. Tuttora ci sentivamo per telefono. Era sempre allegro ma soffriva tanto, povero Comunardo“.

Giuseppe TOMASINI. “Un fratello di sangue, una brava persona che a me era molto cara. Ho giocato con lui nella Nazionale Under 23 e tanti anni nel Cagliari. Un grande amico e un giocatore forte. Persona buona, generosa e onesta. Ho trascorso insieme a Comunardo tanti momenti belli, non ho parole per descrivere il mio dolore. Giocavo qualche metro dietro lui e so bene il suo valore, sapeva affrontare alla grande i migliori centravanti d’Italia. Ho avuto pochi amici veri nel calcio: Comunardo era uno di questi“.

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