Ciao Mirko. Tu sei legatissimo al PAOK Salonicco, club in cui hai militato e il cui recente titolo nazionale hai festeggiato. Il suo tecnico Razvan Lucescu viene accostato al Cagliari per il dopo Ranieri: qual è il tuo punto di vista?
“Allenatore, in questo momento, da considerare di ottimo livello. Negli ultimi cinque anni ha vinto due volte il campionato greco con il PAOK: prima del suo arrivo, il club lo aveva conquistato l’ultima volta nel 1985. Fatti che fanno comprendere quale impatto abbia avuto e del suo ruolo nel consolidamento della squadra ad alto livello in patria. Lucescu è affiancato da una proprietà molto facoltosa ed ambiziosa: il PAOK è diventato una piazza appetibile, riferendosi pure a un contesto europeo“.
Puntando la lente d’ingrandimento sul tecnico rumeno, come lo valuti?
“Credo che Lucescu abbia il desiderio di confrontarsi con campionati più impegnativi e altri contesti, quindi l’accostamento al calcio italiano e al Cagliari non è così campato in aria: potrebbe trattarsi di un profilo importante per il club sardo e un ottimo approdo per lui. In seconda battuta, conosce bene la Serie A e non solo per via dei trascorsi di suo padre Mircea. Porterebbe con sé grandi motivazioni e il bagaglio calcistico maturato negli ultimi anni a Salonicco“.
Uno sguardo in casa Cagliari dopo l’ultima stagione, che ha visto i rossoblù salvarsi quasi in extremis.
“Impresa straordinaria, nel nome di quel grande allenatore che risponde al nome di Ranieri: calcisticamente e umanamente, perché tocca l’animo di tutti. Il Cagliari ha vissuto un’annata travagliata, però la squadra e l’allenatore ci hanno creduto sempre creduto realizzando un’impresa con perseveranza e resilienza, buttando giù qualche boccone amaro quando era il momento per poi ripartire” .