(Foto copertina: Guerin Sportivo, 17-23 aprile 1991)
Ciao Gigi. Nel 1991, nell’unico precedente in A a Cagliari tra i sardi e il Lecce, fosti tra i protagonisti: hai ricordi di quella partita al Sant’Elia?
“Mi ricordo di quell’incontro, certamente. Neanche a farlo apposta, tempo fa, un amico mi ha mandato una foto proprio di quel Cagliari-Lecce. Fu un anno sfortunato per noi… Nel girone di ritorno io, Antonio Conte e Raimondo Marino ci infortunammo: le rose non erano certo quelle attuali, esagerando potevano contare 17-18 giocatori. La prima metà di stagione ci aveva visto viaggiare con una buona media punti, direi da Europa. Poi, pur non giocando male, il nostro campionato si concluse purtroppo con la retrocessione. Il Cagliari? Era forte, caspita! Basta menzionare Francescoli, un fenomeno“.
Domenica Cagliari e Lecce si affrontano all’Unipol Domus, in uno scontro salvezza molto delicato.
“Mi aspetto una bella partita, giocata da squadre che secondo me nell’andamento complessivo meritano meno di essere coinvolte nella lotta rispetto alle altre, anche a livello di valore delle rose“.
Per quanto ti riguarda, da leccese di San Cesario e giallorosso verace, il cuore non può che andare verso il tifo per la squadra di Gotti.
“Certamente, sono leccese e tifo Lecce. Ma ho sempre simpatizzato per il Cagliari, come società, che ha oltretutto un certo Claudio Ranieri in panchina. Grande come uomo e come allenatore. Dal canto loro, i giallorossi stanno giocando molto meglio dall’arrivo di Gotti. Si tratta comunque di un appuntamento difficile per entrambi: un punto potrebbe rappresentare un bottino gradito, da tutte e due. Ma il Lecce non può sottovalutare il fatto che i sardi abbiano conquistato la maggior parte dei loro punti tra le mura amiche“.
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