Non avranno lo stesse del campionato europeo (con l’Italia detentrice del titolo) o della Copa America. Ma certamente per Qatar e Costa d’Avorio, è un trofeo che vale tanto. I primi sabato hanno conquistato, battendo la Giordania, la Coppa d’Asia, i secondi in rimonta hanno invece superato la favorita Nigeria, aggiudicandosi la Coppa d’Africa. Entrambe hanno sfruttato appieno il fattore campo. Ma, mentre il calcio asiatico deve ancora rincorrere Europa e Sudamerica in primis, quello africano cerca sempre il salto di qualità.
Eppure le occasioni, a livello iridato, non sono mancate. Nel 1990 il Camerun, nel 2002 il Senegal, nel 2006 la già citata Costa d’Avorio e nel 2010 il Sudafrica, che mancato malamente l’appuntamento nel mondiale, hanno tutte gettato alle ortiche una ghiotta occasione, non sfruttando il potenziale dei vari Milla, Eto’o o Drogba. La favola a Qatar 2022 del Marocco, è stata bellissima ma resta per ora isolata. Ma che il football africano sia in crescita, è un dato di fatto, come dimostra l’Angola di Zito Luvumbo