Il centrocampista congolese ha commesso un’ingenuità che è costata cara, ma può trarre un insegnamento importante
RIALZARSI. Finite le lacrime per l’errore che è costato la vittoria al Cagliari, è tempo di concentrarsi di nuovo sul campo. Antoine Makoumbou non deve demoralizzarsi, non può permetterselo lui e non può permetterselo la squadra che ha bisogno della sua qualità per lo sprint finale. Il congolese è un punto fermo anche di Ranieri che prosegue il lavoro di levigatura cominciato dal suo predecessore Liverani.
Makoumbou è infatti un giocatore dalle notevoli qualità fisiche e dalle spiccate doti di palleggio, talmente spiccate che qualche volta si concede quei due o tre tocchi di troppo che rallentano l’azione. Ranieri vuole più velocità di pensiero, perché dai suoi piedi passano i rifornimenti. Uno o due tocchi massimo e la palla deve viaggiare. C’è poi la scelta nella giocata da migliorare, perché gli errori che hanno portato ai rigori contro Modena e Bari sono simili. Meno irruenza in area di rigore, ma soprattutto in occasione del secondo episodio usare la testa in tutti i sensi. Lì si sarebbe dovuto cercare lo stacco aereo accelerando il passo, non aspettare il pallone sui piedi per il rinvio.
Piccoli accorgimenti che però fanno la differenza. Ma è sicuro che Makoumbou ha davanti il miglior maestro per crescere, quindi niente drammi. Dagli errori si impara e si diventa più forti, perché in fondo si tratta di dettagli, ma la centralità di Mokoumbou nel Cagliari di quest’anno e del futuro non è in discussione.