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Matteoli: “Inter il top. Barella forte anche da ragazzo, ora è da grande. Cagliari, sarà dura”

Matteoli, doppio ex della sfida di stasera tra Inter e Cagliari, ha parlato del momento delle due squadre, di Barella, Nainggolan e del proprio passato, in Sardegna e a Milano.

Matteoli è nuorese di nascita. Girovagando tutta l’Italia durante la carriera, ha raggiunto il culmine prima con l’Inter (’86-’90), regista e cervello nella squadra dei record dell’era Trapattoni, e poi nel Cagliari (’90-’94), di cui è stato tifoso prima e simbolo poi, capitano nella storica semifinale di Uefa persa proprio contro i nerazzurri nel ’94. Da dirigente fece il percorso inverso: prima nel Cagliari (direttore tecnico dal 2005 al 2015) poi nell’Inter (osservatore per il settore giovanile).

Oggi, Gianfranco Matteoli ha 59 anni ed è uno dei tanti bracci destri del ds Ausilio in casa nerazzurra. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato dell’amore per le due squadre che si sfideranno questa sera a San Siro, così come di Barella, Nainggolan e del momento delle formazioni di Maran e Spalletti.

IL CUORE DICE INTER.Arrivare all’Inter è il top in tutti i sensi: come squadra, come società, come ambiente, come tifosi. Solo quando ci sei dentro te ne rendi veramente conto: prima non puoi nemmeno immaginarlo. Giocare a San Siro è un’emozione clamorosa“.

LE RADICI: CAGLIARI.Da ragazzo sono cresciuto nel mito del Cagliari e di Gigi Riva, poi ho capito che per vincere lo Scudetto non bastava solo uno come Riva. In quella squadra del 1970 erano davvero tutti fortissimi, giocatori straordinari: vincere a Cagliari non è facile. Ecco perché per uno come me, cresciuto in Sardegna, indossare la maglia rossoblù dopo tanti anni fuori è stato importante: i bellissimi risultati raggiunti, poi, hanno dato qualcosa in più alla mia carriera da giocatore“.

IN SARDEGNA DA DIRIGENTE.Sono cresciuto con Mino Favini nel Como, ho apprezzato l’uomo e il lavoro che ha fatto in carriera. Grazie a lui avevo sempre il pallino di lavorare nei settori giovanili. Il presidente Cellino mi ha dato questa opportunità facendomi sentire a mio agio e ragionare con la mia testa. Tanti ragazzi che ora giocano tra i professionisti sono frutto di quel lavoro, di quel bellissimo periodo“.

BARELLA.Avevamo puntato molto sui ragazzi sardi, abbiamo fatto un lavoro straordinario che forse adesso si sono un po’ dimenticati… Il Barella di oggi già si vedeva allora: aveva forte personalità al di là delle doti tecniche e di quello che gli ha dato madre natura. Era precoce, aveva una straordinaria testa: quando la palla andava fuori dal campo non aspettava che gliene passassero un’altra, lui saltava la rete e la riprendeva.

IL GIOIELLINO VERSO L’INTER?Vedendo quello che sta facendo adesso sì: è vero che giocare in una grande squadra è molto diverso, però lui ha la personalità per giocare a San Siro. Perché in quello stadio ci vuole testa, i tifosi non ti concedono due errori di fila. A volte quando scegli i giocatori devi pensare anche e soprattutto a questo: magari sono bravissimi tecnicamente ma davanti a queste pressioni si nascondono“.

NAINGGOLAN.Gli dicevo che era un giocatore da Inter. Anche lui ha avuto una storia con me nelle giovanili: quando ebbe dei problemi ed era fuori rosa, prima dell’arrivo di Bisoli, ha fatto 3 mesi con noi in Primavera. Radja se sta bene ti spacca le partite, è un leader che ti cambia un match con le accelerazioni, la personalità: si vede che non ha paura di niente, per questo è diventato un giocatore vero“.

 

MATTEOLI OGGI.Non riesco a vedere uno che mi assomigli, ogni periodo ha i suoi giocatori. Oggi non solo in Italia non ci sono tanti giocatori in cui mi ritrovo. I tempi sono diversi, però il calcio resta sempre uguale: chi sa giocare gioca e chi non lo sa fare non gioca. Sono solo cambiate le mode, il modo di raccontare il calcio“.

LA GARA.Per il Cagliari sarà molto difficile giocare a San Siro in questo momento con un’Inter forte“.

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