ESCLUSIVA – Cappioli: “Cagliari e la Sardegna meritano di tornare in Europa”

L'ex rossoblù Massimiliano Cappioli intervistato in esclusiva per CalcioCasteddu: il Cagliari di oggi, ieri e l'auspicio che si possa tornare a sognare.

Il Cagliari arriva da un anno e mezzo ricco di emozioni, e anche momenti meno esaltanti per le difficoltà dell’ultimo campionato. Il post Ranieri può rivelarsi complicato?

Il Cagliari deve trovare il tecnico giusto e riconquistare l’entusiasmo, in vista della nuova stagione. L’ultima salvezza è stata senza dubbio un bel miracolo, visto come si erano messe le cose. La Serie A non è facile di suo: se poi non si è competitivi già in partenza, diventa ancora più dura“.

L’approdo in massima serie di realtà che hanno proprietà straniere molto ricche, come Como e Parma, può rappresentare davvero la strada giusta verso cui andrà il calcio italiano in futuro?

Non ne sono convinto. Ma a prescindere non credo che per le neopromosse, sebbene abbiano proprietà facoltose, affrontare la Serie A si rivelerà semplice. Anche un mezzo errore si rischia di pagarlo“.

Considerando i profili non più a Cagliari, come Nández e Dossena o i partenti per fine prestito, il club ha buone possibilità di trovare dei sostituti all’altezza?

Lo spero. In questo momento storico è complicato trovare dei nuovi giocatori che non facciano rimpiangere chi è andato via. Cagliari è una piazza in cui si è fatto tanto bene in passato e dove i tifosi si augurano di non soffrire più come prima: perché la città e tutta la Sardegna meritano risultati importanti. Come tornare a giocare in Europa“.

Naturale rispolverare il significato di Cagliari per Massimiliano Cappioli.

Cagliari significa tanto per me. Sono arrivato qui poco più che bambino, diventando uomo. Ho dato tanto, segnato reti importanti, ho subito anche un brutto infortunio al ginocchio. Dico che il mercato estivo è fondamentale per una squadra, ma lo è altrettanto il gruppo. Ricordo che il nostro era compatto, praticamente formato solo da italiani, a cui si sono uniti i tre uruguaiani. Oggi è molto più difficile che accada, perché i giocatori arrivano da ogni parte del mondo e ci sono complicazioni pure a livello dialettico. Il Cagliari attuale deve essere in primis un gruppo unito“.

Hai avuto la possibilità di indossare la maglia della Nazionale maggiore, con Sacchi, nel 1994. Immagino non sia soddisfatto della prova degli azzurri all’Europeo…

Tanti giocatori sopravvalutati, alla fine credo che pure Spalletti non abbia compreso bene la situazione. Che non fossimo all’altezza del torneo si sapeva fin dal principio, senza Donnarumma sarebbe finita anche prima“.


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