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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, il baratro a Firenze: meglio guardarsi le spalle e lasciare i sogni di classifica

Joao Pedro sbaglia il rigore e i viola vincono in casa dopo…un secolo! Il progetto divertimento e bel gioco va in frantumi. Servono acquisti all’altezza

Più pedine pronte e di qualità, meno frasi fatte al vento. La realtà e i fatti sono palesi: il progetto “bel gioco, divertimento, parte sinistra della classifica” è crollato a Firenze. Poi, se verranno fatte le adeguate operazioni di mercato, se ne potrà riparlare. Adesso, quarta sconfitta di fila, con il Milan alla Sardegna Arena lunedì 18 gennaio alle 20,45, è meglio essere umili e guardarsi alle spalle: il Cagliari è diciassettesimo, alla pari con il Genoa, che affronterà a Marassi domenica 24 gennaio alle 15. Dietro ci sono solo Torino, Parma e Crotone, tutte sconfitte in questo turno come i rossoblù: un incubo. Ecco perché nel mezzo di una crisi preoccupante serve competenza e sangue freddo. Mentre vanno cestinate arroganza, presupponenza, interviste “sborone”, proclami e attività da marketing e non da campo. Meglio, riflettere. In fretta. La tifoseria non merita chiacchiere e bufale. Si salvi il salvabile, ma la risposta non sta nella cacciata di Di Francesco. Pero, una virata netta è indispensabile.

ALLA CANNA DEL GAS. Sia il mister degli isolani e il collega Cesare Prandelli avevano definita scontro salvezza. Il Cagliari non vince dal 7 novembre (2-0 alla Sampdoria) e viaggia alla media di almeno 2 reti subite a partita. La Fiorentina nelle ultime sei partite ha segnato solo sei volte. Squadre alla canna del gas o quasi. Le novità non mancano: Pisacane dal via, Oliva pure. Fuori Zappa e Ceppitelli. Il 4-2-3-1 ha Godin in campo, assente dal 23 dicembre. Ci sono gli ex Simeone e Sottil. Prandelli risponde con Callejon, assente da due mesi. Per un 4-3-2-1 con Bonaventura   e l’ex Napoli, più Amrabat e Pulgar in regia, alle spalle di Vlahovic. Nei primi 10’, Marin che senza pressione tira in curva e Lykogiannis che mette in corner un traversone innocuo danno idea di un Cagliari molto preoccupato. Poi, c’è il tocco all’indietro di Pisacane che smarca Vlahovic, Cragno la mette fuori. La posta in palio è immensa. Gara bloccata, pallone che pesa 15 chili, difficile annotare tre passaggi di fila. Poca serie A e quintali di incertezze da entrambe le parti: d’altronde, se messe assieme assommano 31 punti, c’è poco da pretendere. “Perché giochiamo sempre all’indietro” urla ai suoi Di Francesco. Per Marin e Oliva l’avvio è opaco. Anche Joao Pedro latita.

La partita è quasi oscena. Tira Pezzella, murato. Poi, la luce: Nainggolan illumina Sottil, il taglio viene però bloccato da Dragowski. Intanto, Giacomelli si rimangia al VAR un rigore fischiato per un fallo inesistente di Oliva su Vlahovic. Alla mezz’ora la squadra pare terrorizzata. La Fiorentina è altrettanto confusa e con idee poco incisive. Sempre Pezzella non trova la porta di un niente. Walukiewicz? Di sale. In mezzo al campo è un caos. Servirebbe personalità. Si marcia in equilibrio ma è calcio da dimenticare. Al 36’ Igor stende JP10: rigore Tirato male, che Dragowski blocca a terra. Male. L’argentino Martinez Quarta entra per Pezzella, stirato. 45’ jolly dal dischetto fallito a parte, da dimenticare.

SI RIPARTE. Simeone in vetrina: prima tira alto da 35 metri. Poi, si ritrova la palla in area ma si dimentica il pallone. Inciso: Caceres ha momenti quasi imbarazzanti, ma impegna Cragno. Callejon è quasi impalpabile. Nainggolan rimbrotta Oliva: in effetti, la palla va sempre all’indietro. L’uruguaiano prende il giallo. Il Cagliari va in affanno e non sa ripartire. Ma la Fiorentina non è messa meglio, anzi. Poi, Biraghi brucia Sottil e spara alto a pochi passi da Cragno. Si soffre. Simeone dà la scossa, rimpallo vincente su Martinez Quarta, pallonetto a lato. Nainggolan rallenta. Si combatte. Godin la mette alta di un niente su corner. Risponde Bonaventura, Cragno para di piede da pochi passi. C’è equilibrio, per la qualità meglio ripassare.

Poi, Marin perde un tackle, Callejon si ricorda di essere Callejon e mette la palla giusta per Vlahovic: 1-0 al 23’ della ripresa. Prandelli piazza Venuti per Caceres. Dragowski si salva fortunosamente di piede su tiro deviato di Marin. Il Cagliari reagisce. DiFra sente il terreno franare: fuori Pisacane, Simeone e il Ninja, dentro Zappa, Ounas e Pavoletti. I viola mutano con Kouamé e Borja Valero, fuori Vlahovic e Callejon. Borja Valero entra in area in dribbling: Godin e soci paiono birilli. L’essere molli è un pessimo segnale. Sottil esce per Cerri, Tramoni prende il posto di Oliva. L’assalto finale, tra disperazione e confusione.

LA VIGILIA. Per capire la sconfitta si deve ripassare dalle 48 ore, e dai tre mesi, precedenti. Con 14 punti, reduci da tre sconfitte, le ultime due in casa, 9 reti incassate e 4 all’attivo. Alla vigilia del match in Toscana le sensazioni sono state quelle di chi ha l’acqua alla gola. A due punti dal terzultimo posto (a quota 12 sostavano Parma e Torino, con il Crotone a 9 in coda al treno) il Cagliari ha sentito le fiamme dell’inferno. Raggiunto dal Genoa dell’ex Ballardini, alla pari con lo Spezia, il team rossoblù ha avuto un fine settimana da brivido. Al Franchi è andata come peggio non poteva.

SENZA RINFORZI SARA’ DURA. Intanto, dando conferma che i movimenti in entrata saranno limitati e condizionati da quelli in uscita, la società si rimangia strategie e obiettivi. Ad esempio, dopo essere stato tenuto da sempre in disparte (il Covid c’entra poco) Marko Pajac potrebbe ritrovarsi in gruppo in vista del Milan. Il difensore croato, che a sinistra agli osservatori non sembra certo meno all’altezza di Lykogiannis o Tripaldelli, pare destinato alla Salernitana. Ma ecco la retromarcia. Del tipo: Marko, abbiamo azzeccato poco, siamo alla frutta, devi darci una mano!”. Anche Di Francesco, visti i risultati, avrebbe cambiato idea. Misteri del calcio. Ma neanche tanto: con Pisacane – già ceduto al Lecce – hanno fatto lo stesso. Va preso un regista e una mezzala, il miracolo sarebbe se arrivassero anche due esterni. Chissà. Altrimenti, come va in questi casi, rischia di pagare Di Francesco. Ma in questo Cagliari neanche Guardiola-Ancelotti-Mourinho-Klopp avrebbero difficoltà a fare miracoli.

 

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