Il sole, il mare, il calore della gente. Il fascino della Sardegna, molto simile a quello del paese sulla riva del Mar del Plata, ha stregato anche il campione ex Inter
Quando sei uruguaiano e giochi in Italia, puoi anche chiamarti Diego Godin ed essere un titolato campione della palla che rotola, ma difficilmente rimani attratto dalla Sardegna.
Chiedete pure ad Enzo Francescoli che, nonostante alla fine degli anni 90 fosse reputato tra i più forti calciatori a disposizione, accettò di approdare al Cagliari, all’epoca matricola della serie A.
Prima di lui Waldemar Victorino, che tanta fortuna però non ebbe. Il tutto sino ad arrivare al recente arrivo del Faraone che porta a 23 il numero dei giocatori made in Uruguay che han vestito la maglia rossoblù.
Tutti quanti, anche chi di fortuna ne ha avuto ben poca (vedi Fabian Carini, Joe Bizera, Sebastian Rosano, Horacio Peralta, Marcelo Tejera, Alejandro Gonzalez, Joe Bizera) , hanno ancora il ricordo di Cagliari, della Sardegna, terra aromatica sferzata dal vento, e dall’inconfondibile rumore delle onde che si infrangono sugli scogli.
Rumori e profumi di casa, insomma. Senza contare il calore della gente, ospitale, ma mai invadente. Dai vari Diego Lopez, Nelson Abeijon, Darìo Silva, Fabian O’Neil, lo stesso Pepe Herrera che diventarono simboli della causa rossoblù, nonchè della stessa piazza.
Ed ora tocca a Diego Godin, assieme ai compagni Christian Oliva, Nahitan Nandez e Gaston Pereiro, a mantenere alta la bandiera uruguaiana a strettissimo contatto con quella dei 4 mori.