Gabriele, figlio di Vincenzo, ucciso da un razzo durante un derby il 28 ottobre 1979, parla delle proteste dei tifosi della Roma
Dopo l’annuncio della ripresa della Serie A ci sono state tante reazioni di gioia, non per tutti. I tifosi della Roma, nelle scorse settimane infatti, hanno protestato per questa decisione, chiedendo rispetto per le vittime del Coronavirus. Questo loro comportamento però è sembrato incoerente per Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo morto durante un derby perché colpito da un razzo. Il suo intervento a Radio Incontro Olympia è stato chiaro.
LE PAROLE DI GABRIELE PAPARELLI. “Il rispetto per i defunti ci vuole sempre, non solo quando conviene. Non mi piace fare polemiche, ma mi dispiace vedere certe cose. Mio fratello è romanista, come tanti amici miei, e la pensiamo tutti allo stesso modo, ma non è sempre così. Non si può insultare chi muore per motivi assurdi. Mio padre aveva 33 anni quando è morto, mia mamma 29 e io e mio fratello 8 e 10 anni, ancora non mi spiego come possa essere insultato”.