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Coronavirus. Fase 2: da lunedì ci può spostare in tutta la Regione di residenza. Oltre solo dal 3 giugno

A prevederlo è il nuovo decreto legge dopo l’incontro tra governo e presidenti regionali avvenuto nella tarda mattinata. Previsto un ampio monitoraggio

Lunedì prossimo, dopo oltre due mesi, cadrà un’altra barriera. gli spostamenti all’interno del territorio regionale non saranno soggetti ad alcuna limitazione, fatte salve le misure di contenimento più restrittive adottate da specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica.  Dopo quasi otto ore di colloqui in video conferenza, accordo trovato attorno alle 20 tra il Governo e Regioni dopo la definizione dei dettagli sulle prossime riaperture. In merito i ministri Francesco Boccia (Affari Regionali) e Roberto Speranza (Salute) hanno ribadito il prolungamento allo stop per la mobilità tra regioni confinanti, anche se sono a basso contagio.

IL TESTO. “Fino al 2 giugno sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Poi, dal 3 giugno via agli spostamenti sul territorio nazionale che “Possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”, ricorda il testo che prevede anche che, un sindaco possa disporre la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile garantire adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Per garantire lo svolgimento delle attività economiche e produttive in condizioni di sicurezza, le Regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale.

 

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