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Coronavirus. Risalgono i contagi in Sardegna: 18 più un’altra vittima. 269 decessi in Italia

Dei nuovi ricoveri 12 sono stati effettuati nel Sassarese e altri 4 nella Città Metropolitana di Cagliari, oltre a 1 nel Sud Sardegna e 1 a Oristano

Una vittima, numero che a stasera sale complessivamente a 117 e purtroppo altri 18 contagi. Il primo maggio porta un dato (il secondo) non certo positivo. Lo zero nella casella positivi non c’è stato, come si sperava dal 29 aprile scorso. Il bollettino dell’Unità di Crisi rileva ad oggi 1.313 casi, dei quali 12 nella provincia di Sassari, 4 nella Città Metropolitana di Cagliari, 1 nel Sud Sardegna e 1 a Oristano. Effettuati tra ieri e oggi 1.488 tamponi, in tutto 26.242 dall’inizio dell’epidemia. Calano i ricoverati in terapia intensiva: 12, ovvero 4 in meno di ieri.

I DATI AGGIORNATI ALLE 18 FORNITI DALLA REGIONE SARDEGNA

ITALIA. Primo Maggio stabile per l’epidemia nel resto del territorio I nuovi dati continuano a descrivere una curva discendente dell’epidemia con meno ricoverati, un numero più o meno uguale di persone in isolamento domiciliare, un incremento quotidiano di oltre duemila guariti e un calo del parterre di attualmente positivi di alcune centinaia di unità. Anche i morti delle ultime 24 ore sono stabili, 269 oggi contro i 285 di ieri ma (lo ripeteremo ogni giorno) da uno in su sempre tanti, per il virus. Il calo dei malati positivi è stato di 608 unità (ieri erano stati –3106) mentre i nuovi contagi rilevati nelle ultime 24 ore sono stati 1.965 (ieri 1.872) mentre il numero totale di persone che hanno contratto il virus dall’inizio dell’epidemia è 207.428.

SITUAZIONE DIFFICILE SOPRATTUTTO PER LE DONNE. Il 72 % dei 2,7 milioni di lavoratori, che tornano al lavoro da lunedì, sono uomini. Non è, come scrive repubblica.it, una scelta sessista del legislatore, naturalmente, ma la conseguenza delle attività che presentano un rischio contenuto, e che a breve potranno riprendere: attività manifatturiere e delle costruzioni, tipicamente a prevalenza maschile. Secondo uno studio pubblicato sulla Voce.info, “Questo massiccio rientro al lavoro di uomini finirà per caricare di ulteriori compiti di cura le donne all’interno delle famiglie, rischiando di ridurre ancora di più la loro offerta di lavoro, già minata dalla chiusura delle scuole e dalla assenza di alternative credibili alla gestione diretta dei carichi familiari”.

Il tasso di occupazione femminile in Italia è da sempre fanalino di coda in Europa, il 49,9% dall’ultimo report Istat. Sale al 53,8% se si considera la fascia di età tra i 20 e i 64 anni, attesta Eurostat, ma comunque si tratta di un tasso lontanissimo dalla media europea, che è del 67,3%, con punte ben oltre il 70% per Paesi come la Svezia (quasi all’80%), la Finlandia, ma anche il Portogallo o la Lituania.

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