Il direttore sportivo del Cagliari torna sulla cessione all’Inter di Nicolò Barella: “Era inevitabile, impossibile trattenere un calciatore così forte”
Il direttore sportivo del Cagliari, Marcello Carli, è un fiume in piena. Il dirigente rossoblù ha sviscerato diverse tematiche ai microfoni de Il Corriere dello Sport.
ALLENATORE MANCATO. “Non sono riuscito a fare l’allenatore: il mio pallino era la gestione del gruppo. Quindi pensavo che in panchina avrei raggiunto l’estasi. Invece devo tutto a Pino Vitale. L’Empoli è stato, a lungo, lui. Lui e Fabrizio Corsi. Per me uno dei primi tre direttori in quell’indimenticabile periodo“.
IL CONTATTO CON GIULINI. “Inaspettato. Mi spiegò il momento difficile del Cagliari, pensai a uno sfogo, oppure a una prenotazione per la stagione successiva. Invece, aprile 2018, il campionato era partito male. Io avevo mille dubbi perché i rischi erano dietro l’angolo, la squadra non l’avevo costruita io, un direttore deve sapere cosa fa e come lo fa. Ma ci accordammo rapidamente, all’interno di un cammino complicatissimo che ci diede la grande gioia della salvezza di Firenze quando sembrava tutto perso“.
IL RAPPORTO CON IL PRESIDENTE. “Giulini è un cavallo purosangue, ecco, è la definizione giusta. Un uomo sveglio, forte, forse inizialmente troppo caratteriale. Ma ha alzato il livello, è meno impulsivo, sa ascoltare. E vive per il Cagliari. La sua è una missione, lasciamo perdere la storia del terzo posto, le favole sulla Champions, queste cose qui. Non ci facciamo condizionare, per noi la Champions è il prossimo allenamento da svolgere al top. Rigorosamente il prossimo, non quello tra una settimana“.
LA CESSIONE DI BARELLA. “Giulini ha tenuto duro per Nicolò, non avrebbe voluto cederlo se non alle sue condizioni. Ma rinviava, rinviava, girava e prendeva tempo. Un giorno lo convocò l’Atletico a Madrid, Berta su indicazione della sua proprietà si sarebbe svenato. Poi lo scorso gennaio il Napoli si superò, come l’Atletico. Giulini disse no. Il Chelsea avrebbe fatto di tutto e di più, Maurizio avrebbe voluto prenderlo malgrado il blocco del mercato“.