L’ex presidente del Cagliari riavvolge il nastro dal carcere ai suoi riti legati alla scaramanzia passando per l’avventura maturata in terra britannica
Il presidente del Brescia, Massimo Cellino, intervistato in esclusiva da L’Unione Sarda si lascia andare anche a confessioni legate al suo arresto e alla sua esperienza da patron del Leeds United.
SENSO DI INGIUSTIZIA. “Più che il carcere mi hanno segnato l’arresto e l’impotenza contro l’ingiustizia. Quel mese in prigione quasi quasi è stato il più bello della mia vita: quattro vittorie su quattro! Non volevo più uscire. Se rimango qui, pensavo, vinciamo lo scudetto. Sarei un bugiardo se dicessi che non ci penso più. Mi torna tutto in mente nei momenti peggiori“.
IL LEEDS. “È un po’ come quando sposi una donna per dimenticare quella che hai sempre amato. Mi ha aiutato a staccarmi da Cagliari. Un sacrificio inevitabile per tutelare la società, la squadra, i tifosi e tutte le persone più care“.
LA SCARAMANZIA. “La settimana scorsa non ho comprato un giocatore perché aveva il 17. Un altro lo avevo già preso, poi l’ho visto in un video con una maglia viola e ho fatto saltare tutto. Domenica non serve alcun rito perchè questa è per me la partita più facile di tutte. Vinco comunque vada a finire. Basta che non si infortuni nessuno e che i tifosi si comportino da galantuomini“.