Il commento dell’ex attaccante del Cagliari che fu decisivo nell’ultima vittoria rossoblù a Torino. E poi su Allegri e Barella…
PARLA JEDA. Sabato 31 gennaio 2009. Al 54′ minuto Jeda realizza il pareggio per i rossoblù allo stadio Olimpico di Torino. Sarà l’inizio di un sogno: poco dopo Matri concluderà l’opera con il gol vittoria, regalando tre punti e una serata magica al Cagliari, vittorioso contro la Juve. Nove anni dopo il Cagliari è tornato a essere grande a Torino. Senza vincere, ma, secondo l’ex attaccante brasiliano, intervistato da Rmc Sport, presentandosi con la giusta mentalità nella sfida di ieri contro i bianconeri.
IL MATCH. “La mentalità deve essere questa. Bisogna giocare senza paura con le grandi squadre, attaccandole senza chiuderti per tutta la partita. Maran è l’allenatore giusto, ha esperienza e può dare tantissimo. Nel Cagliari ci sono tanti giocatori duttili che possono cambiare ruolo e interpretare vari moduli, così la squadra può avere tante soluzioni“.
QUEL MAGICO RICORDO… “Mi ricordo bene quella partita del 2009, la vittoria a Torino con Allegri in panchina. Quella Juventus a livello tecnico era sì molto diversa da questa, ma era pur sempre la Juventus di Nedved e di Del Piero. Noi eravamo una squadra spigliata, avevamo grande voglia e a livello tecnico non eravamo messi male, poi Allegri ci riusciva a dare qualcosa in più anche sul piano dell’intraprendenza. Anche contro le grandi squadre, cercavamo sempre di giocare a viso aperto“.
ALLEGRI. “È arrivato a Cagliari in punta di piedi, con umiltà e ha cercato di adeguarsi al gruppo. È una sua qualità molto importante questa, che gli ha permesso di inserirsi prima nel Milan e poi nella Juventus. Sapevo che avrebbe raggiunto un livello molto alto. È intraprendente e sa capire il gruppo. Non è un allenatore autoritario, ma cerca di comprendere che gioco può fare la squadra che ha a disposizione“.
BARELLA. “A occhio direi che gli manca solo un po di fisicità, non è prestante sotto questo punto di vista. È un piccolissimo difetto, ma ha tutte le qualità per essere un grande giocatore. Penso che Barella possa intraprendere la stessa strada di Nainggolan, facendo anche qualcosa in più perché è più giovane. Non è facile trovare un giocatore della sua età che gioca con la questa personalità e consapevolezza. Ancora non è nessuno. Deve continuare a crescere con l’umiltà giusta, senza pensare di essere già arrivato e senza sentire le voci dei giornali“.